martedì 31 maggio 2011

io canto

ho latitato, pure troppo. ma ho dovuto. in realtà mi sono autocensurata, consapevole che avrei scritto solo lamentele. la convivenza è dura. molto. e se già dopo 20 giorni con la propria madre riesci a sopravvivere aggiungicene altri 15 con la suocera... non aggiungo altro.
qualcuno mi ha già beatificata.
aggiungo doverosamente la beatificazione delle suddette nonne che mi hanno permesso di andare a lavoro con la certezza di aver lasciato i miei pargoli in mani sicure. bè, più o meno.




tra la festa della scuola materna -alla quale siamo arrivati clamorosamente in ritardo e dove Cat non ha potuto cantare la "sua" canzone (io e theFamilyMan ci flagelleremo a vicenda per quello che rimarrà un traumatico ricordo dell'infanzia del nostro cucciolo)- e la preparazione della verifica di geometria ho riflettuto su come il fatto che sia rientrata al lavoro abbia avuto i suoi risvolti. positivi per ciò che riguarda la gratificazione personale ma per i quali ho pagato lo scotto di quelle cose che inesorabilmente son venute a mancare:
mi son persa i primissimi passi di  miniCat, il momento esatto in cui ha preso coraggio e si è lanciato nell'esplorare il territorio da bipede.
poi l'ho visto certo, lo ha rifatto e l'ho immortalato ma il "primo" l'ho perso. è una sciocchezza forse. theFamilyMan se n'è persi molti di più. forse lui ci è abituato. forse siamo noi donne ad essere più sentimentali. no forse, sicuro.
però ricordo i suoi occhi lucidi quando rientrando da lavoro gli raccontavo le gesta dei nostri piccoli eroi. non so se anche lui ha pensato: "caspita volevo esserci".

ricordo quando mia sorella, nata due mesi prima che festeggiassi i miei 13 anni di età, iniziava la scuola  materna. io non riuscivo a capacitarmi di come mia madre la mandasse all'asilo con tanta tranquillità. mi chiedevo in continuazione come sopportasse l'idea di non sapere cosa facesse in quelle ore. per me era inconcepibile. crescendo mi ero resa conto che lo aveva già fatto per altri tre figli e quindi, pensavo, si era rassegnata.
son stata più gelosa dei miei figli prima di averli che dopo esser diventata mamma anche perché son diventata più razionale e ho imparato che non posso controllare sempre tutto e tutti.
forse theFamilyMan avrebbe da ridire su quest'ultima frase ma è la sua parola contro la mia.
ops lui non scrive. ;)

4 commenti:

  1. Vero, anch'io mi chiedvo struggendomi come avrei lasciato DI a 6 mesi, solo poche ore. Dovevo rientrare però, pena la perdita del lavoro. Alcune cose le ho perse per forza. Mi sono rassegnata, in fondo mi sono detta quella che vole sempre prima di dormire sono io (che egoista di mamma che sono!!)

    'Notte!

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  2. "I vostri figli non sono i vostri figli. (...)
    Essi non vengono da voi, ma attraverso di voi.
    E non vi appartengono benchè viviate insieme.
    (...) Voi siete gli archi da cui i figli, le vostre frecce vive, sono scoccati lontano.
    L'Arciere vede il bersaglio sul sentiero infinito, e con la forza vi tende, affinchè le sue frecce vadano rapide e lontane." Ghibran

    anche se è difficile.. :-)
    e.

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  3. sono convinti anche io... i figli devono esser lasciati liberi di fare i loro piccoli passi verso l'autonomia e l'indipendenza.... anche se questo crea un certo dolore alla mamma

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  4. @Owl egoista?? è diritto delle mamme essere le preferite dei figlioletti ;)

    @emanuelas bellissime parole di un grandissimo poeta. fin dalla prima volta in cui le ascoltai ho cercato di interiorizzarle

    @bussola ci provo e me lo ripeto che i figli non sono una proprietà. però quanto è difficile...

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