Ieri ho salutato i miei colleghi che non lo saranno più, mi son piovuti addosso
auguri! e
congratulazioni! e
come siete forunati! e
mi dispiace che andate via ma son contento\a per voi! siete contenti? ecco, quest'ultima domanda è infida! te la buttano lì tanto per far conversazione. La mia faccia doveva essere molto eloquente perché leggevo perplessità nello sguardo di chi me la poneva.
Immagino che se fai una domanda di trasferimento e ottieni una risposta affermativa quantomeno ne sei felice, bè io no, o meglio non lo so.
Son trascorsi ormai dieci giorni dall'sms e solo ora ne prendo consapevolezza. Forse.
Sono spaventata. I cambiamenti mi spaventano; mi eccitano e mi spaventano contemporaneamente.
Stanotte ho dormito poco, non riuscivo a prender sonno (complice la maledetta tazzina di caffè delle 19,30) così ho preso un foglio e ho iniziato a scrivere ché mi aiuta a capire e mettere ordine nei miei pensieri.
Qui, nella nostra casetta, abbiamo trovato il nostro equilibrio.
Prima in due, poi in tre e infine in quattro: non è così scontato.
La domanda che segue alle facce perplesse è
siete contenti di ritornare dalle vostre famiglie? altra domanda retorica. Ma un po' di affaracci tuoi? no dài, lo fanno per gentilezza. Credo. Il problema è che la gente crede di farti domande semplici perché danno per scontata la risposta e invece...
E' proprio questo il punto.
I rapporti umani son sempre complicati e se c'è coinvolgimento emotivo ancor di più. Bisogna fare attenzione a trattarli con cura: sono passibili di incrinature.
L'equilibrio di cui sopra è stato semplice anche perché siamo solo noi quattro a distribuirci sulla bilancia. La prova del nove è stata la frase proferita da un treenne quasi al termine del
soggiorno nonnesco ma quando va via la nonna? e la pace che regnava sovrana dopo la partenza.
Sono arrivata alla conclusione che se interponi dei chilometri i rapporti migliorano. Ne siamo un esempio io e mia madre. E poi vuoi mettere che quando le occasioni di rivedersi sono poche diventano automaticamente speciali. Tu diventi speciale e tutti ti riempiono di attenzioni perché non ti rivedranno per mesi. Non è una brutta sensazione ve lo assicuro.
D'ora in poi tutto sarà diverso. Gestire da vicino gli affetti, districarsi tra i conflitti che inevitabilmente si creeranno per una parola non detta o una detta di troppo. Non so se ce la posso fare.
Ricordo con un sorriso un'amica dell'università che parlava dell'imminente matrimonio con il suo ragazzo che vedeva uno\due giorni al mese. Io, ingenuamente, le chiesi se era sicura di volersi unire con uno che vedeva così poco e lei con tutta la naturalezza di questo mondo mi rispose che era perfetto! meno si vedevano e più andavano daccordo.
Un genio ;)